Blogger o giornalisti?

Grazia Garlando • 22 Gennaio, 2018
Un tempo c’erano i diari segreti, custodi fedeli del fiume di emozioni sconosciute che improvvisamente piombavano nella vita degli adolescenti con un carico di pensieri e sentimenti, sorrisi e lacrime, paure e soddisfazioni. Un diario da tenere sempre rigorosamente chiuso con il lucchetto e nascosto in fondo a un cassetto, così che nessun curioso occhio esterno potesse accedere alla sua intimità.
Poi, un po’ di anni fa, il ribaltone. Quel quadernetto segreto diventava improvvisamente pubblico per una propria, consapevolissima scelta. E grazie alla rete, finiva direttamente sotto gli occhi di chiunque consultasse un pc.
Sì, perché questo erano i primi blog: un’esternazione dei propri pensieri, opinioni e racconti di vita quotidiana che improvvisamente passavano dal bisogno di segretezza a quello di divulgazione, con lo scopo di raggiungere quanta più gente possibile. Niente era più da nascondere, tutti dovevano sapere. Chi aveva una capacità di scrittura sciolta e accattivante diventava addirittura un personaggio da seguire tutti i giorni. Niente di male, e buon per lui.
C’erano, e ci sono tuttora blogger abilissimi, con una penna fluida e un’invidiabile capacità di esprimere le proprie opinioni calamitando l’interesse di chi corre a leggerli a ogni post pubblicato. Sono ottimi comunicatori e il loro successo è tutto meritato.
Solo che poi qualcosa è cambiato ancora, e molti di loro, quasi sempre i meno dotati, hanno cominciato a credersi giornalisti. A voler essere considerati tali e, spesso, a ottenerlo. Pur non avendo anni di formazione giornalistica e di gavetta alle spalle, pur non masticando i fondamenti della professione, pur non maneggiando le tecniche e gli strumenti. Pur non conoscendo quello che è un vero e proprio mestiere, insomma, né, tantomeno, sforzarsi di impararlo.
Fino, da un po’ di tempo a questa parte, a definire “blog personale” la pubblicazione di un infinito susseguirsi di comunicati stampa copiati e incollati, tenuti soltanto per darsi un tono e portarsi a casa senza fatica qualche benefit come un concerto gratis, un pranzo al ristorante, un gadget, un capo d’abbigliamento, nel migliore dei casi un weekend.
Ma sono blog quelli?
Facciamo chiarezza
E allora, cerchiamo di rifare chiarezza e riportare un po’ di ordine: ci sono bravi blogger e bravi giornalisti, cattivi blogger e cattivi giornalisti, su questo non ci piove e non è questo il punto. Il punto è che non bisogna dimenticare che si tratta di due attività ben diverse, da non confondere e frullare in un unico pentolone. C’è spazio per entrambe, quando condotte dignitosamente con serietà e impegno. Ma non si può ignorare che se un giornalista ha gli strumenti per essere anche blogger, un blogger non ha quelli per essere un giornalista.