Turismo: come comunicarlo al meglio?

Grazia Garlando • 24 Gennaio, 2018
In principio c’era la villeggiatura. Le case al mare, in montagna o al lago a un passo da quelle di città, dove chi poteva permetterselo andava a riprendere fiato per un po’, godendosi vacanze e riposo.
Poi, a poco a poco, i dintorni iniziavano a farsi stretti, e la voglia di andare oltre diventava sempre più prepotente.
E mentre il concetto di vacanza si allargava sempre più a quello di turismo, la gente scopriva che là fuori c’era un mondo straordinario tutto da esplorare. E non ha più smesso di farlo.
La crisi decennale ha colpito inevitabilmente anche questo settore, ma forse un po’ meno di altri. Perché per fortuna, non si vuole smettere di andare in giro. Naturalmente tagliando costi, tempi e pretese. Ma senza fermarsi.
E allora è diventato sempre più importante anche saper indirizzare i turisti, tenendo conto di preferenze e possibilità individuali da ogni punto di vista. Insomma, è diventato importante comunicare il turismo, e i nuovi modi di farlo. Perché nel tempo, anche quelli si sono enormemente evoluti. Così come le proposte sempre più complete offerte dagli addetti ai lavori.
Prima, tutto quello che si chiedeva era una buona struttura in cui alloggiare e una brava guida turistica che raccontasse i luoghi visitati, illustrando la storia di monumenti, piazze e palazzi. Poi a poco a poco si è fatta strada la cultura del cibo, quello tipicamente tradizionale di qualunque posto in cui ci si trovi; e allora conoscerlo, sperimentarlo, magari perfino cucinarlo è diventato parte integrante dell’esperienza di viaggio.
E ancora, si è inserito sulla scia anche il novello trend del wellness: un trattamento tipico del luogo prescelto, magari a base di prodotti assolutamente locali (frutta, fiori, erbe) è ormai irrinunciabile. Se poi si è sportivi appassionati, come non provarne di tipici nel luogo in cui ci si trova? E come non voler conoscere le antiche tradizioni, assistere a riti folkloristici, scoprire usi e costumi di borghi storici dove ancora persistono?
La Travel Experience
Insomma, non basta più mandare i turisti in qualche bel posto. Adesso quello che si cerca è una vera e propria travel experience, per una full immersion nella cultura locale a 360 gradi. E chi fa comunicazione nel settore deve saper indirizzare gli addetti ai lavori, consigliarli nell’organizzare proposte ad hoc, studiare con loro itinerari curiosi e idee accattivanti che accendano la voglia di partire proprio per quella destinazione.
Perché la comunicazione turistica è una professione.
E senza un valido aiuto nel marketing turistico e alberghiero si rischia di rimanere indietro nella competizione.